Verdure

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SCOPRIAMO IL MONDO DELLE CRUCIFERE

Le Crucifere o Brassicacee sono una delle più grandi famiglia di piante erbacee.

Fu il botanico italiano Teodoro Caruel (nato nel 1830) a dare a questa famiglia il nome di Brassicacee, nome celtico che derivava da “bresic”, che significava “cavolo”.

Il codice internazionale di nomenclatura botanica le conosce invece come Crucifere il cui nome deriva dall’aspetto del fiore che ricorda quello di una croce in quanto composto generalmente da 4 petali. I semi si trovano all’interno del frutto, nel solco centrale, la deiscenza avviene con un meccanismo a scatto proprio per espellere e lanciare a distanza i semi.

Esistono 300 generi e quasi 4000 specie di Crucifere ma quelle commestibili sono il Ravanello (Raphanus Sativus), la Rapa (Brassica campestris), il Crescione (Nasturtium occinale), il Cavolo, la Verza, i Broccoli e i Cavoletti di Bruxelles (Brassica oleacea) e la Rucola (Eruca sativa).
La loro stagione è l’Inverno, con i suoi Sali minerali e la Vitamina C sono speciali anche per rafforzare il sistema immunitario.

Il loro particolare odore e sapore è dato dai glucosinolati in essi contenuti.

dott.ssa Tania Odello

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Il magnifico pomodoro appartiene alla famiglia delle Solanacee (Solanum Lycopersicum) e rappresenta uno degli ortaggi cardine della stagione estiva. I pomodori sono ricchissimi di acqua (94%) al cui interno sono disciolti vitamine e sali minerali. Abbiamo infatti che 100 gr di pomodori contengono:

297 mg di potassio

26 mg di fosforo

9 mg di calcio

0,3 mg di ferro

25 mg di Vitamina C

610 mcg di Vitamina A (betacarotene)

Possiamo così affermare che il pomodoro ci fornisce un ottimo aiuto per proteggere le nostre ossa e i nostri occhi, ci aiuta nel tenere a bada il colesterolo, aumenta le difese immunitarie e ci protegge dalle malattie cardiovascolari. Ma oltre a tutto questo il pomodoro è ricco di un importantissimo antiossidante: il licopene (16 mg nella polpa e ben 54 mg nella buccia). Alcuni studi hanno dimostrato che il licopene si assume più facilmente se il pomodoro viene cotto. Non rinunciamo quindi a dell’ottimo sugo fresco. La passata di pomodoro nasce in Italia verso la fine del XIII secolo. Questo potente antiossidante che ci protegge dal invecchiamento e dalle malattie degenerative non viene prodotto dal nostro organismo quindi lo possiamo assumere solo mediante l’alimentazione. Lo rivela uno studio condotto presso l’Ohio State University ha dimostrato che mangiare i pomodori insieme a grassi vegetali, come ad esempio l’olio di oliva o l’avocado, aumenta da 2 a 15 volte l’assorbimento dei carotenoidi contenuti nel pomodoro. Il pomodoro è un alimento ottimo anche per chi è a dieta in quanto 100 gr di pomodori contengono solo 18 calorie.

Conosciamo oltre 100 specie di pomodori dai piccolissimi pomodori ciliegino ai pomodori cuore di bue che sono tra i più grandi e con dalle forme stravaganti. I pomodori non sono tutti caratterizzati dal rinomato color rosso brillante, esistono pomodori dai più variegati colori: gialli (pomodori Lolli dal sapore dolce e rinfrescante), verdi (zebra verde dal sapore rinvigorente e un po’ acidulo), indaco (indigo rose ricchissimi di antociani) e persino neri (zebra nero dalla caratteristica polpa color mogano o il nero cinghiale dalla buccia color nera e con piccole strie verdi, ha un sapore molto intenso).

Dr.ssa Tania Odello

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Il Cavolfiore: una verdura dai diversi colori e dalle grandi proprietà

Il cavolfiore è una crucifera dal bassissimo apporto calorico (25 kcal/100 g) ma dal potere altamente saziante. Le magnifiche proprietà del cavolfiore sono legate proprio ai “glucosinolati” che contengono una molecola di zolfo che conferisce al cavolfiore il suo caratteristico odore e gusto pungente. I glucosinolati oltre a ad avere un’importante azione protettrice per il nostro organismo conferiscono a queste piante un potente antidoto contro insetti e parassiti. I glucosinolati si trovano al interno di vacuoli contenuti nelle cellule di questi vegetali. La quantità di glucosinolati è sino a 15 volte maggiore nei germogli rispetto alla pianta matura. E’ importante sapere che non è il glucosinolato in se ad essere un potente farmaco per il nostro corpo ma i suoi derivati. Quando la pianta subisce un danno, come quando viene tagliata o durante la masticazione il glucosinolato viene in contatto con l’enzima mirosinasi, una glucosidasi presente sia nelle cellule vegetali che nei batteri che compongono la flora batterica dell’intestino umano. E’ il contatto del glucosinolato con questo enzima che permette la sua trasformazione nei diversi e potenti derivati che sono loro la vera arma di difesa per il nostro organismo. Tra questi derivati troviamo:

Isotiocinati: stimolano gli enzimi epatici favorendo lo smaltimento delle sostanze tossiche ed attivano il gene p53 che blocca la proliferazione delle cellule tumorali
Indolo: agisce sul metabolismo degli estrogeni riducendo l’insorgenza di tumori ormono-dipendenti (es. il tumore al seno)
Sulforafano: oltre ad avere un’azione antitumorale ha anche un’ottima azione battericida ne confronti dell’Helicobacter Pylori, un batterio responsabile molto spesso di ulcera gastrica, gastrite cronica e tumori allo stomaco
Bisogna tener presente che la biodisponibilità dei glucosinolati e dei loro derivati è differente se consumiamo un vegetale fresco o un vegetale che ha subito un processo di trasformazione. Il congelamento può ridurre sino al 50% il contenuto di glucosinolati e la cottura ad alte temperature inattiva l’enzima mirosinasi (l’enzima presente nel intestino umano può sopperire alla loro inattivazione ma solo in piccola parte). Ricordiamoci invece che i glucosinolati vengono liberati con il taglio e la masticazione del vegetale è quindi consigliabile il consumo di cavolfiori crudi, ricordandoci di tagliarli finemente e di masticarli molto bene. Se vogliamo cucinare i cavolfiori prediligere la cottura a vapore e se optiamo per lessare queste verdure è consigliabile utilizzare la minor quantità di acqua possibile per disperdere meno proprietà.

100 gr di cavolfiori crudi contengono anche:

Vitamina C: 59 mg che diventano 28 mg con la cottura
Potassio: 350 mg che diventa 0 mg con la cottura
Ferro: 0,8 mg che diventa 0 mg con la cottura
Calcio: 44 mg che diventa 0 mg con la cottura
Fosforo: 69 mg che diventa 0 mg con la cottura
Tutto ciò rendono i cavolfiori un ottimo alimento per combattere i radicali liberi, antinfiammatori, supporto per le ossa, controllare la glicemia e la pressione arteriosa, supporto per le funzioni cognitive.

Tutte le crucifere influiscono sull’assorbimento dello iodio, quindi non vanno consumate in eccesso in caso di problemi alla tiroide.

Accanto al nostro amato cavolfiore bianco esistono anche altre varianti meno note:

Cavolfiore viola o anche noto come Violetto di Sicilia che è un incrocio tra il cavolo broccolo ed il cavolo comune. Il suo colore è dovuto alla maggior presenza di antociani, sostanze in grado di ridurre i danni provocati dai radicali liberi (antinfiammatori e anti-invecchiamento) e proteggere i capillari. Gli altri alimenti molto ricchi di antociani sono la ciliegia, il ribes, l’uva, il cavolo rosso, le fragole ed il sambuco.
Cavolfiore arancione scoperto nel 1970 in Canada. La loro colorazione è data da una mutazione genetica naturale che provoca un accumulo di carotenoidi che conferiscono a questo vegetale la colorazione arancione. I carotenoidi proteggono in particolar modo il sistema cardiovascolare e gli occhi, stimolano il sistema immunitario e sono antiossidanti. Altri alimenti ricchi di carotenoidi sono le carote, la zucca, il pomodoro, le albicocche e il melone.